venerdì 11 gennaio 2008

saper vedere

Come si guarda un'opera d'arte
La metodologia di Matteo Marangoni
In Italia il critico d'arte Matteo Marangoni (Firenze 1876 - Pisa 1958) introduceva negli anni '20, la prima grammatica e sintassi storica italiana della forma artistica, centrando l'attenzione sui "valori figurativi" delle opere d’arte, secondo la lezione di Heinrich Wolfflin e Benedetto Croce. Tali lezioni furono stampate nel 1932 con il titolo (ispirato al genio di Leonardo da Vinci): "Saper vedere". La pubblicazione ebbe un enorme successo, raggiungendo ben venti edizioni italiane e altre numerose straniere. In pratica Marangoni esemplificò le fondamentali forme visive esaminando opere d'arte di varie civiltà e di tutti i tempi, scelte perché presentavano i differenti " valori figurativi ", in base a determinate affinità, in accezioni limpide e marcate, anche senza definite relazioni storiche, al di fuori di tradizioni canoniche o preminenze culturali.
Marangoni rifuggiva, infatti, da ogni definizione generale e unitaria di stili o forme per individualizzare, invece, i valori figurativi come identità o persone espressive in termini unici, irripetibili e non generalizzabili, .caratterizzate per mezzo di una serie di “ coppie “ di valori paralleli, antagonisti tra di loro, quali:
• Soggetto
• Contenuto/ forma
• "Verosimiglianza"
• Sentimento/sentimentalismo • Drammaticità
• Movimento
• Edonismo
• Colore
• "Bello"/ "Brutto"

v. Matteo Marangoni, Saper vedere. Come si guarda un'opera d'arte. Garzanti Editore, 1947, 1986

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