venerdì 25 gennaio 2008

il rinnegamento del passato

Il rinnegamento del passato pregiudica inderogabilmente l'acquisizione
dell'orizzonte del futuro. Le arti visive coinvolte nell'assunto
avanguardistico della "novitas" ad ogni costo, partono proprio dalla volontà
(n.b.:VOLONTA') di scissione e rottura con la tradizione. Qui emerge
l'aporia dell'"avanguardia".L'Avanguardia è "impossibile":è il sintomo di
una situazione di crisi più profonda.
In realtà l'epoca moderna, in cui il soggetto vuole provare emozioni ma
senza assumersene la responsabilità individuale,
naufraga nell'impersonalità del SI anonimo:
si vive , si muore, e nel frattempo ci si contenta di feticci, di surrogati,
di succedanei, di vuoti stordimenti dai quali ci si fa vivere. Ecco perché
l'epoca moderna non ha bisogno dell'arte: perché non vi crede, ma non vi
crede perché non crede.
Assistiamo alla riduzione dell'essere all'esistere.L'opera d'arte subisce il
processo di feticizzazione alla stregua di qualsiasi altra merce.Occorre
abbandonare la patetica speranza in un messianico arresto dei processi di
omologazione, standardizzazione e banalizzazione dei significati, delle
idee, delle opere che il ciclo produzione-circolazione-consumo impone con
rinnovata vitalità. L'opera è prodotta, oggi, a partire dall'effetto che
deve ottenere sul pubblico considerato sub specie dell'acquirente, del
committente, del museo.
E' la logica del best-seller che si annette definitivamente anche il campo
delle arti visive. Ciò ha una ricaduta anche sulla critica e sulle sue
potenzialità conoscitive, perché l'interpretazione dell'opera è bloccata,
reificata, irrigidita in partenza : la decifrazione dei suoi significati è
sempre meno necessaria alla sua circolazione.Del resto,per la
critica,organizzare la propria identità al di fuori dei meccanismi della
produzione sociale, è un puro atto ideologico assolutamente impotente e
innocuo.
Ogni atto/iniziativa volontaristica ripropone un ridicolo scimmiottamento
della ideologia dell'avanguardia, ricade nel circuito inevitabile della
reificazione, agisce malesseri individuali e/o generazionali, si
caratterizza troppo spesso per ignoranza della storia dell'arte e della
critica, che non sia una superficiale conoscenza per "sommi capi",ipotizza
una delirante verginità rispetto al passato.
Non basta tenere presente che lo sguardo dell'artista e dell'acquirente sono
"diversi"? Chi oggi compra a caro prezzo un'opera di Basquiat, la guarda sul
muro bianco del suo tecnologico soggiorno come i cacciatori dell'800
guardavano la pelle della tigre abbattuta in un esotico safari.[E non è
detto che sbagli!]

[immagine:"Aereo bianco" olio 35X45 1997]

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